domenica 28 febbraio 2010

Malpensa e Bergamo pronte a unirsi nel polo del Nord




«Così costruiremo il polo leader d’Europa»
Bonomi (Sea): aeroporti, accordo con Verona possibile anche da domani


VENEZIA — L’accordo con Verona? Possibile anche da domani mattina. Con quale obiettivo? «Il polo unico del trasporto aereo al servizio del bacino leader d’Europa per numero di imprese attive, e secondo nel continente per Pil». Giuseppe Bonomi, presidente di Sea (cioè Linate e Malpensa) ci crede e spinge sull’acceleratore, ora che dalle idee si passa ai primi fatti. A giorni si riuniranno i consigli di amministrazione della sua società e di Sacbo Bergamo (partecipata al 30% da Sea) e così sarà avviato il percorso per un’alleanza industriale, da definire nel dettaglio entro tre-quattro mesi.

Scusi, Bonomi, ma per fare cosa? «Necessaria una premessa. Noi e Sacbo gestiamo il secondo, il terzo e il quarto aeroporto d’Italia (nell’ordine, Malpensa, Linate e Orio al Serio, ndr). Insieme rappresentiamo il 60% del traffico passeggeri e l’80% del trasporto cargo nel Nord del Paese, un mercato che vale in tutto 55 milioni di passeggeri eun milione di tonnellate di merci movimentate. Tutto questo si incrocia con un dato che ho sottolineato più volte: abbiamo in Italia 37 aeroporti e 106 piste destinate all’aviazione civile. Non è tanto il numero di scali che deve impressionare, quanto l’assenza di pianificazione che ha comportato una eccessiva frammentazione. Questa premessa va incrociata con il miglioramento della mobilità di superficie, emi riferisco all’Alta Velocità, alla Brebemi, alla Pedemontana Lombarda. Senza contare che l’Expo 2015 funzionerà da acceleratore di traffico verso il Nord Italia».

Ma è credibile che Malpensa funzioni da hub per un passeggero in transito da Verona? Sembra un po’ improbabile. «Dipende dalle connessioni di lungo raggio che Malpensa saprà offrire. Le ricordo che il parametro internazionalmente riconosciuto fissa il bacino d’utenza entro le due ore di percorso necessarie a raggiungerlo. In ogni caso, va chiarito un equivoco: qui non si tratta di mettersi a tavolino per decidere di spostare un volo da Bergamo a Verona o viceversa. Il traffico lo fa il mercato. Però gli aeroporti possono operare in una logica di sistema, offrendo servizi specializzati ai vettori».

L’abbiamo sentito più volte: il cargo a Brescia, i voli intercontinentali a Malpensa, charter a Verona, eccetera.Maquesta divisione di compiti che forma può prendere? «Nelmomento in cui gli aeroporti cominceranno a cooperare tra di loro, si creeranno importanti sinergie industriali capaci di influenzare positivamente i conti economici di ciascuna società. Dobbiamo innanzitutto evitare la guerra tra poveri, la competizione di piccolo cabotaggio, e ragionare su scala vasta, cioé europea. Ci sono diversi livelli possibili di collaborazione: dalla condivisione di know how, che sarebbe il minimo, fino alla partnership strategica, che è il livello a cui noi adesso puntiamo. Ci consentirebbe, per esempio, la costituzione di joint venture, gli acquisti comuni e altre azioni fortemente sinergiche ».

E poi c’è l’integrazione societaria. C’è una holding unica nei vostri piani? «Sarebbe il livello più alto possibile. Diciamo che per ora noi pensiamo a una piattaforma industriale. Il controllo societario comune è un traguardo che deve passare dalle valutazioni degli azionisti».

E se il Catullo vi chiedesse a breve di entrare nel capitale della società? «Valuteremmo la proposta».

La decisione del Consiglio di Stato su Brescia cosa rappresenta? «Mi pare che abbia portato un chiarimento decisivo. Non dipende solo da noi, ma l’accordo con Montichiari e Verona è possibile anche subito. Di questa alleanza parliamo con il Catullo ormai da un anno».

Ma Brescianon èuna voragine di denaro pubblico da chiudere? «La soluzione sta proprio nella logica di sistema che noi offriamo. Il break even si raggiunge uscendo dall’isolamento».

Vista da qui, si apre una sfida con un altro polo in via di costituzione: Venezia sta trattando con Trieste. «Mi pare un’ottima cosa. Si deve andare verso una concentrazione. Se Save si prolunga verso Est, dà vita a un altro importante sistema aeroportuale».

In concorrenza con voi? «Su scala europea forse sì. Saremo però al servizio di bacini territoriali diversi».

Claudio Trabona
24 febbraio 2010

fonte: Corriere.it


Nessun commento:

Posta un commento